W i nonni

L’attesa di un figlio è un evento straordinario per una coppia, che può avere una forte risonanza anche sulle famiglie d’origine dei futuri genitori. I nonni materni o paterni rappresentano molto spesso un’ottima fonte d’aiuto per la gestione del nuovo arrivato,

ma non capita sempre che con loro i rapporti siano idilliaci e a volte si teme forse, per il futuro, una loro eccessiva intromissione.

In questo articolo, vedremo allora come poter prevenire, o gestire, situazioni spiacevoli che si potrebbero venire a creare, per costruire anche con i nonni utili alleanze e rapporti sani ed equilibrati.

Una condizione fastidiosa, ma molto frequente, ad esempio, si verifica quando una futura nonna, mossa quasi sempre da nobili propositi e buone intenzioni, vuole partecipare attivamente al lieto evento ed insegnare alla propria figlia ad essere una buona madre. In questi casi, purtroppo, la futura mamma spesso non gradisce l’eccessiva invadenza del genitore, anche perché spesso il suo intervento, invece che limitarsi al dare utili consigli e risposte a dubbi, si trasforma in una forzata educazione alla maternità. Questa situazione quindi, genera frequenti contrasti e conflitti, fino ad arrivare a momenti di inevitabile rottura.

Una nonna dovrebbe riuscire a comprendere le fragilità della propria figlia durante il periodo della gravidanza. Non dovrebbe pertanto prevaricarla o forzarla in maniera eccessiva, ma semplicemente accompagnarla, aiutandola a superare i suoi momenti di debolezza. Questo significa evitare di fornirle un supporto, quando non richiesto, consentendole, in questo modo, di sviluppare naturalmente le proprie capacità di madre. Una figlia d’altra parte, qualora l’intervento del genitore dovesse diventare particolarmente sgradito, dovrebbe cercare di porre dei limiti, in maniera morbida, ma determinata. Se da un lato quindi, potrebbe ugualmente dimostrare gratitudine o apprezzamento per l’interesse della madre nei suoi confronti, dall’altro, dovrebbe comunque anche cercare di prendere le distanze da lei, rendendosi completamente autonoma nelle proprie scelte: «Ti ringrazio mamma per l’utile consiglio, ma avrei pensato di agire diversamente».

Una situazione inversa, ma altrettanto usuale, accade quando è la figlia in attesa a cercare di delegare alla madre il proprio ruolo, chiedendole continuamente sostegno ed evitando di assumersi le proprie responsabilità. Sarà in questo caso la nonna allora, a dover agire in un’altra direzione, sottraendosi alle continue richieste d’aiuto da parte della figlia e cercando di stimolarla a prendere da sola le proprie decisioni.

Un’altra situazione ahimè piuttosto frequente poi, accade quando la nonna paterna, che vorrebbe assumere il controllo della situazione, interviene biasimando o criticando apertamente i comportamenti della futura mamma. Queste circostanze sono in genere le più terribili e spesso portano ad inevitabili contrasti intergenerazionali o di coppia, qualora il figlio del genitore intrusivo non riesca a «mettere in riga» la propria madre per tutelare la relazione. In questi casi infatti, potrebbe rendersi utile un intervento psicologico, che chiarisca al futuro genitore la dinamica in corso con la propria famiglia d’origine ed il suo ruolo insostituibile e non delegabile nel risolvere il problema.

I nonni, che hanno del tempo a disposizione da dedicare ai propri nipoti, rappresentano senz’altro un’utile risorsa per i futuri genitori, specialmente quando questi ultimi lavorano, ma per quanto impazienti, dovrebbero sempre imparare a rispettare i tempi e i modi della coppia. I futuri genitori, d’altra parte, dovrebbero cercare di limitare le eccessive interferenze dei nonni, senza escluderli completamente dalla loro vita, ma cercando di creare degli spazi esclusivi all’interno dei quali possano sentirsi utili e importanti, come quello ad esempio di andare a prendere il bambino all’asilo un giorno alla settimana, portarlo al parco ecc.

Come direbbe Giorgio Nardone: «I genitori non si scelgono, si subiscono», ma è pur sempre possibile imparare a gestirli. La cosa più sensata da fare allora, non è cercare di cambiarli, ma imparare ad accettarne le caratteristiche, evitando così di generare inutili conflitti e impedire il nostro naturale processo di acquisizione di autonomia personale.

Articolo di Chiara Ratto, Psicologa e Psicoterapeuta

 

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