La scorsa settimana ho partecipato ad una interessante giornata di formazione durante la quale sono rimasta veramente stupita di quanto ancora non sappiamo del nostro corpo, in generale e in particolare del cervello.

La vista che gli oculisti misurano è solo una piccolissima parte di quanto invece andrebbe sondato quando si presenta un problema visivo. Questo è tanto vero quanto più il bambino è piccolo e deve quindi, tramite la visione creare 'le misure' tra sé e il mondo circostante.

Il vedere non è un input che colpisce il cervello, il vedere è ciò che il cervello fa di quell'input, trasformandolo in una proiezione.

Se ci pensiamo bene, il 75% delle informazioni sensoriali che raggiungono il cervello sono informazioni visive, che non si fermano agli organi preposti alla vista ma raggiungono il cervello che rapidamente decide cosa fare di quello specifico stimolo (pensiamo a quando siamo in macchina e un automobilista ci taglia la strada,i tempi di risposta a questo tipo di stimolo percepito come pericolo sono calcolabili in pochissimi secondi).

La visione organizza anche l'impostazione posturale della persona utilizzando le informazioni che giungono al cervello tramite 5 dei 12 nervi cranici, la postura è data inoltre da uno stato emotivo che a sua volta programma il tono muscolare,il quale a sua volta è condizionato dalla funzione visiva. Questo per ribadire ancora una volta che l'essere umano ha un funzionamento molto complesso,ma che nessuna delle funzioni di cui dispone può essere vista come singola,ogni aspetto è collegato e noi siamo un tutt'uno.

Il professionista che si occupa (e spesso lo fa in collaborazione con gli psicomotricisti) di 'allenare' la vista, non da un punto di vista muscolare come farebbe un oculista bendando l'occhio pigro, è l'optometrista comportamentale. In Italia questi professionisti sono al massimo 40 e si occupano di funzionalità visiva,di convergenza, di percezione spaziale.

Un altro aspetto che nella mia pratica professionale, inquadrando i bambini da un punto di vista psicomotorio, spesso riscontro è la frequenza con cui bambini con diagnosi DSA abbiano problematiche di inseguimento visivo,con movimenti dell'occhio che faticano a seguire un punto dato,che spesso tendono a tornare indietro o a perdere la fissazione.

Il visual training,fatto da un buon optometrista comportamentale può aiutare questi bambini,nella percezione visiva, nell'inseguimento, nell'impulsività e può essere un ulteriore aiuto nel migliorare la qualità della vita di questi bambini.

Il trainig visivo agisce su base neurologica andando a creare delle vere e proprie connessioni in aree cerebrali specifiche , il che significa che una volta interrotto il training non c'è il pericolo di ritornare ad avere problemi dello stesso tipo,come invece succede quando il training è solo muscolare.

Questo articolo non ha la pretesa di essere esaustivo,ma vuole essere un ulteriore spunto di riflessione!

Vi aspetto nel forum sanitario per le vostre domande, come di consueto!

 

Ritratto di Silvia Campanella

Posted by Silvia Campanella