Siamo in piena stagione estiva e si pensa sia arrivato il momento giusto per intraprendere il passaggio dal pannolino al vasino. E’ per tutti il periodo migliore? Quali sono i segnali da osservare?

Si tratta di un cambiamento importante per i nostri bambini ma non solo, una tematica sensibile che a volte suscita un po' di ansie e preoccupazioni in noi genitori, soprattutto in vista dell’inserimento a scuola dell’infanzia quando ormai il bambino ha già compiuto o quasi 3 anni.

Per quanto nel periodo estivo sia sicuramente più semplice gestire cambi e lavatrici, il consiglio è quello di osservare nel bambino la presenza o meno di una serie di segnali i quali ci indicano se può essere o meno il momento adatto per accompagnarli in questa fase.

Thomas Brazelton famoso pediatra e psichiatra infantile, sostiene come mediamente questa tappa si raggiunge intorno ai 28 mesi ma non per tutti è cosi e va bene comunque a sostegno e rispetto dell’individualità di ciascun bambino.

Come iniziare l'approccio al vasino?

La fisiologia ovvero il susseguirsi di tutti quei meccanismi naturali e biologici che assicurano lo sviluppo e il corretto funzionamento delle funzioni vitali viene in nostro soccorso, bisogna accoglierla e osservarla. Indicativamente a Foto di bambino sul vasinopartire già dai 18 mesi c’è una maturazione fisiologica del controllo degli sfinteri, c’è chi la raggiunge prima e chi dopo, ogni bambino ha caratteristiche uniche.

A questo primo passo si aggiunge un buon sviluppo linguistico in modo da permettere al bambino di comunicare il suo bisogno di urinare e/o defecare.

Può capitare anche che in una prima fase i piccoli riconoscono di aver prodotto qualcosa e ricorrono alla comunicazione non verbale attraverso l’ indicazione del pannolino o delle parti intime per segnalare che è successo qualcosa comunicando solitamente tutto ciò in quell’attimo di fine produzione, anche questo è un indicatore assolutamente da non sottovalutare.

Si tratta di una richiesta che in prossimità del passaggio al vasino, diventerà sempre più frequente sia nell’arco dei giorni successivi che della stessa giornata a prova della propria consapevolezza corporea come noteremo anche che il pannolino sarà meno pieno con un rilascio più dilatato nel corso del tempo o asciutto dopo il pisolino pomeridiano.

E poi ancora osservare la presenza di alcune autonomie motorie/corporee coinvolte nella gestione del proprio corpo come può essere l’azione del vestirsi o svestirsi.

Come già sottolineato, ogni bambino vista la sua unicità utilizzerà un canale comunicativo altrettanto unico per esempio può non aver raggiunto ancora una buona dimestichezza con la gestione degli indumenti ma essere pronto e in grado di comunicare in modo semplice e chiaro il suo bisogno e quindi maturo fisiologicamente.

Soggettività legata anche nella possibile scelta del vasino o riduttore, non c’è un modo giusto o sbagliato nè una regola standard e valida per tutti ma ogni famiglia in base alle caratteristiche del proprio bambino e contesto, sarà in grado di valutare e scegliere la soluzione più idonea.

Un ipotetico rifiuto del riduttore potrebbe dipendere dalla paura “del vuoto”, paura di cadere, di non sapere dove va a finire la sua produzione, qualcosa che gli appartiene e che sta imparando a lasciare andare.

Il vasino invece si presenta ad altezza bambino, risulta più stabile con un maggior controllo motorio, non ha uno scarico profondo e tutto ciò potrebbe risultare più comodo e soprattutto rassicurante per il bambino stesso. Un’altra alternativa potrebbe essere quella di utilizzare il riduttore con l’ausilio di una pedana stile “Ikea” o con scaletta per un pieno e sicuro appoggio.

La maturazione fisiologica però non sempre collude con la maturazione psicologica/emotiva, altrettanto fondamentale in questo importante passaggio e cambiamento. Il bambino potrebbe manifestare la  paura di diventare grande, la paura del cambiamento per cui non è da escludere il verificarsi in questo periodo di possibili “regressioni” che non sono altro che “soste” necessarie per affrontare un nuovo balzo in avanti; momenti di “crisi” come occasioni per la crescita fisica, emotiva e cognitiva.

Accompagnare  e sostenere quindi la crescita dei nostri piccoli implica anche tollerare possibili inversioni di rotta viste come opportunità e non come fallimenti.

Lo so spesso questi momenti mettono a dura prova l’intero sistema familiare che a volte proprio come una reazione  a catena, si disorganizza sentendosi smarriti, sopraffatti da richieste che appartenevano ai mesi precedenti dello sviluppo come ad esempio sentirsi piccoli, richiedere maggior contatto, osservare una maggiore dipendenza dalla figura di riferimento come se si fossero perse le nuove conquiste e/o autonomie.

E’ del tutto normale, un compito difficile ma indispensabile sarà quello di accogliere ed accettare tutte le emozioni di questa fase, soprattutto le più spiacevoli come può essere la rabbia. Non dimentichiamo che si tratta di un passaggio che coinvolge anche Noi Adulti per cui non è da sottovalutare quanto noi stessi in primis ci sentiamo pronti ad affrontare tutto ciò INSIEME e in piena SERENITA’.
 

Vediamo alcuni suggerimenti:

  • Fidarsi delle capacità e intenzioni del bambino assecondando i suoi tempi;
  • Evitare di prendere decisioni apriori escludendo o senza prendere in considerazione i segnali fisiologici che ci indicano se il bambino è pronto o meno a questo passaggio;
  • L’insistenza genera resistenza per cui anche per autoaffermazione i piccoli sono in grado di trattenere le urine e/o le feci;
  • Evitare rimproveri ma preventivare piccoli incidenti di percorso, può capitare anzi questa prima fase è necessaria;
  • Comunicare con un linguaggio semplice e chiaro fatto di poche parole ma piuttosto efficaci evitando giudizi negativi;
  • Preferibile utilizzare semplici affermazioni che vanno a sostituire la classica domanda “Vuoi andare in bagno?” per evitare e prevenire risposte negative. Potremmo modificare la domanda precedente con la seguente affermazione “E’ arrivato il momento di andare in bagno! Preferisci andare da solo o insieme?” fornendo così una semplice scelta partendo da un dato certo e affermativo;
  • Si potrebbero utilizzare delle letture a tema come ad esempio il libro “Posso guardare nel tuo pannolino?”.
  • Valutare la presenza o meno di altri importanti cambiamenti e/o disagi presenti all’interno del proprio contesto e sistema familiare  (es. trasloco, nascita di un fratellino/a), in questi si sconsiglia ed è preferibile attendere prima di procedere con lo spannolinamento.

Tenendo presente i seguenti fattori, voi genitori siete gli unici in grado di conoscere in modo del tutto approfondito la storia e le caratteristiche dei vostri bambini per cui siete assolutamente in grado di affrontare questa importante fase di crescita nel pieno rispetto di tutti e con la massima serenità.

 

 

Ritratto di Elena Romeo

Posted by Elena Romeo

Mi chiamo Elena Romeo e sono Dott.ssa in Psicologia Perinatale, coordinatrice ed educatrice asilo nido.
Il ruolo del genitore e quindi l'identità materna e parterna vengono spesso messi in discussione, creando etichette e attribuendo giudizi. Il mio lavoro nonchè la mia passione è quella di sostenere la famiglia e ciascun membro che la compone nella sua unicità.
E' vero non è tutto semplice, tante sono le fatiche e i momenti di crisi da superare ed è proprio qui che il mio obiettivo è quello di accogliere, sostenere e attraversare insieme a voi questi "scatti di crescita", riscoprendo le più intime e preziose risorse personali.

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