Un libro da divorare in un boccone per poi rileggerlo e gustarlo parola per parola. Non mi sento all'altezza di consigliare o addirittura provare a "recensire" un libro. Ma allo stesso tempo non riesco a trattenere il desiderio di suggerire ad ogni mamma, ad ogni papà e anche ai ragazzi stessi (over 14), la lettura di questo gioiellino.

Non è né un saggio né un manuale per l'uso.

Piuttosto uno sfogo.

Lo sfogo di un papà esasperato dagli atteggiamenti del figlio adolescente.

Un papà che ama il figlio, ama se stesso, ama la propria storia, e in questo sfogo ci aiuta a fare ordine:

fra ciò che non ci piace (la pigrizia, l'assenza, il silenzio...)

e ciò che vorremmo (creatività, energia, entusiasmo ...)

fra ciò che ci fa arrabbiare (strafottenza, disordine, egoismo...)

e il desiderio di rivalsa che coviamo dentro (prima o poi tifaccio vedere io chi comanda),

fra il genitore affettivo (vicinanza, ascolto, pazienza)

e il genitore tradizionale (rispetto, regole, educazione ...)

fra ciò che vediamo (il nulla, il silenzio, il vuoto)

e il sogno che ci orienta (un futuro migliore, un futuro fatto di giovani che cambieranno il mondo cancellando il vecchio)

Alla fine somiglia ad una pagina di diario piena di tenerezza, di amore, di speranza. Potrebbe essere scritta da ognuno di noi ma non siamo tutti e tutte così lucidi da distinguere quanto investiamo nei nostri giovani: c'è la generatività, la genitorialità, ci sono i nostri sogni, la nostra realizzazione, ci sono il bene che vogliamo per loro, la felicità cui hanno diritto e che vorremmo lasciargli, c'è il mondo che erediteranno, ci sono i nostri sensi di colpa, c'è la forza e l'orgoglio di adulti, genitori che forse qualche volta si sentono migliori, c'è la capacità di riconoscersi fragili e di immaginare che forse loro, i nostri figli, nonostante tutto saranno migliori di noi.

Personalmente non condivido tutte le idee espresse ma non credo che questo sia importante.

Perché mi pare che, nonostante le contraddizioni (tipiche di ogni genitore, del resto), può essere un utile strumento per dare senso ai nostri errori e a quelli che ci appaiono come fallimenti.

Buona lettura.

 

Ritratto di Natalia Forte

Posted by Natalia Forte

In cammino, a piedi nudi: fra terra e cielo, fra realtà e immaginazione, fra presente e sogno, fra necessità e desiderio, fra regole e ideali, fra attualità e realizzazione, fra cervello ed emozioni... Dove stanno questi ragazzi quando parliamo con loro? Dove stanno con la testa? Sicuramente lontani dai piedi, sicuramente altrove, laddove noi non possiamo arrivare, dove loro non ci vogliono portare.

Perché il loro mondo può essere solo ciò che stanno respirando in questo momento. E nessun altro lo deve capire... altrimenti non sarebbe più il loro mondo.