Nell’articolo precedente ho narrato i genitori adottivi come se fossero dei “trapezisti” appesi su precari trespoli in attesa della presa decisiva. Ora, collegandomi a questo racconto volevo parlare della RETE.

Già, perché se in nostri trapezisti volteggiano in aria e si prendendono per mano sostenendosi, ogni tanto rischiano di cadere e di volare nel vuoto

Per fortuna, in ogni circo che si rispetti, sotto i funamboli dell’aria, c’è una rete di protezione che permette di agire in piena sicurezza ed allo stesso tempo di tentare evoluzioni incredibili con la certezza di non farsi del male.

La RETE è sicurezza, certezza, salvezza, aiuto, speranza, possibilità di risalita.
La RETE della quale hanno bisogno i genitori adottivi (o gli aspiranti tali) non è però fatta di corda elastica bensì di persone, quelle persone che possono aiutare in caso di bisogno o di errore, che sono pronte a prenderli e sostenerli.
Senza la RETE tutto diventa più complicato e pericoloso, si rischia di farsi male e di faticare a risalire, senza la RETE o con una piena di buchi la salvezza è complicata.

È palese ed evidente la sua importanza, quanto sia determinante la sua presenza.
Sappiamo bene tutti quanto è duro il percorso adottivo, quanto è pieno di insidie e di tempi lunghissimi e sofferti, quante domande nascono e quanti dubbi lo attraversino.
Nei loro lanci nel vuoto i genitori adottivi devono avere la certezza che ci sono persone pronte ad aiutarli, a risollevarli nei momenti bui e faticosi.

È una trama di mani, teste, braccia, sentimenti, consigli e incitamenti necessaria se non fondamentale.
Ma chi è questa gente che dovrebbe sostenere le coppie adottive?
In primo luogo i servizi sociali preposti.
Sono loro le grandi risorse sulle quali fare affidamento, sono i soggetti professionalmente preparati, le persone di riferimento.
Il loro ruolo deve essere formativo, di supporto e sostengo, di presenza, di aiuto protesico.
È un compito tanto importante quanto delicato, una missione complicata e fondamentale.

Capita molto spesso di incontrare assistenti sociali e psicologi pronti e preparati, che mettono impegno ed entusiasmo nell’accompagnamento della coppia e poi famiglia adottiva.
Esempi di assoluta professionalità e forza.
Formazione e accompagnamento durante il pre e sostegno nel post adozione.

Un compito, dicevo, delicatissimo e necessario dal quale non si può precludere.
Le coppie devono sempre avere la percezione (ma anche la certezza) di poter contare sulla condivisione e sull’ausilio dei servizi sociali. Deve stabilirsi un rapporto di collaborazione e fiducia atto allo scambio mettendo i genitori adottivi nella condizione di essere liberi e convinti di ricorrere a questo servizio come risorsa.

Quando questo si verifica l’universo che circonda la coppia adottiva diviene veramente molto più limpido e cristallino, le domande hanno risposte, le paure si acquietano, le difficoltà si superano insieme.
A volte, però, questa alchimia non si verifica ed i rapporti con i servizi sociali non divengono mai una fucina di scambi e di reciproco confronto.
In questi casi tutto assume significati differenti e la funzione di aiuto viene ad estinguersi. Atteggiamenti, incomprensioni, rigidità, mancanza di risorse, esiguità dei tempi e  modalità edificano un muro che diviene ogni giorno più alto tra i genitori adottivi e chi potrebbe aiutarli. E quando questo accade diventa un’occasione perduta, una risorsa gettata via di cui ne fa le spese la famiglia adottiva ed il bambino. Quei mattoni che servivano per edificare le fondamenta di un rapporto di collaborazione e aiuto sono usati per innalzare quel muro divisorio.
Ecco che in questi casi la famosa RETE si riempie di buchi più o meno grandi che faticano ad essere rattoppati, che s’allargano con il tempo, che rimangono tali senza soluzione.

Ribadisco e ripeto, nel corso della mia esperienza ho ascoltato (e vissuto) molte storie. Alcune di queste incredibilmente belle ed ammirevoli che riconciliano almeno un po’ con altre di tutt’altro spessore che lasciano l’amaro in bocca.
Ed allora, in questi ultimi casi, a supportare le famiglie non restano che LE FAMIGLIE.
Mi si consenta questo gioco di parole un po’ bizzarro, ma efficace.
Non ricevendo aiuto da chi sarebbe portato e preparato a darlo, la famiglia adottiva può solo rivolgersi a chi gli sta più accanto.
Ed allora ecco che il tanto agognato supporto arriva dalle famiglia d’origine, dai nonni  e dai parenti più stretti… dagli amici, da quelle persone che genuinamente, seppur con i propri limiti, offrono buon senso e comprensione, dedizione ed empatia. Difficilmente doneranno consigli tecnici e specialistici (mai dire mai, però), ma certamente costituiscono una fitta trama di solidarietà della quale fidarsi ed attingere.

Ma, da attenti lettori quali siete, vi sarete accorti che ho parlato di “famiglie” (al plurale).
È vero, avete ragione.
Sì, perché, oltre alle famiglie “istituzionali” la famiglia adottiva può fortunatamente contare anche su un altro tipo di nucleo parentale. Mi riferisco agli altri genitori adottivi che singolarmente o uniti in associazioni (Dio benedica le associazioni di genitori adottivi!!!) stendono le loro braccia ad incrociarsi realizzando una RETE di muscoli ed ossa, ma anche di solidarietà, dedizione e partecipazione.
Quando i genitori adottivi cadono dopo l’ennesimo volteggio ecco che questa meravigliosa ragnatela umana li accoglie e li abbraccia. A volte basta una parola, una pacca sulla spalla, un semplice “tenete duro” o “ci sono passato anch’io” per ridonare forza a chi caduto non sa se rialzarsi o rimanere a terra.

Queste braccia (cuori, anime e amori) di nonni, zii, amici, genitori adottivi ed associazioni sorreggono materialmente fino a spingerli nuovamente su quella scaletta per tornare in alto ad afferrare nuovamente l’altalena.
Da lassù, allora, il nuovo lancio fa meno paura.
Fa nulla se la sotto la maglia della RETE ha dei buchi considerevoli… qualcuno di certo e comunque sarà pronto ad afferrarli.

Articolo di Fabio Selini, autore del libro "Il padre sospeso"

 

Nota di redazione: come Mammeonline possiamo testimoniare che "l'altra famiglia" che sostiene il percorso di una coppia adottiva, si trova a fare RETE proprio in quella che rete si chiama per definizione, ovvero Internet.
Lo possono testimoniare i numerosi e affollatissimi forum dedicati proprio al tema adottivo su Mammeonline. Quindi non abbiate paura, iscrivetevi e partecipate, oltre a preziosissime informazioni troverete conforto e confronto insieme ad altre migliaia di persone che stanno diventando o sono già genitori adottivi.

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