Una donna in gravidanza deve trovare tempo per prendersi cura di sè, prepararsi al parto attraverso un lavoro sul corpo e sulla mente, entrare in maniera dolce e progressiva nella dimensione dell'esperienza della nascita,

per avere una probabilità che sia la più alta possibile di attraversare senza traumi e, anzi, con pienezza e partecipazione l’esperienza di dare alla luce il suo bambino.

 
Detto così, potrebbe sembrare superfluo: molte donne sono pronte a obiettare che, in fondo, le loro antenate hanno sempre partorito e continuano a farlo, in un modo o nell’altro…
Invece, se proviamo ad andare oltre, le modalità per preparare il corpo e la mente al parto esistono eccome, ma non sempre 
una donna trova nei corsi pre-parto ciò che davvero servirà allo scopo.
E' assai probabile incorrere in situazioni in cui si trascorrono molte ore a chiacchierare del più e del
meno, ad ascoltare le domande delle compagne e le risposte di ostetriche e medici che conducono gli incontri, raccogliendo informazioni “tecniche” anche utili e venendo rassicurate sulla condivisione di sensazioni e piccoli disagi, certo, ma non ricavandone strumenti efficaci per il bisogno profondo di accompagnamento all’esperienza.
 
Un percorso di preparazione al parto deve trasmettere con linguaggio comprensibile e tramite immagini appropriate informazioni utili a capire ciò che la donna sta vivendo, possibilmente estesi al futuro padre: anatomia, nomenclatura e funzionamento degli organi genitali prima e durante la gravidanza; fisiologia del travaglio e del parto; informazioni sul puerperio e l’allattamento; nozioni sul neonato e il suo adattamento alla vita extrauterina. 
 
Queste non sono conoscenze scontate, tutt’altro, e il livello di scolarità non ha nulla a che fare con l'acquisizione di consapevolezza e la presa di coscienza di tutti gli aspetti dell'esperienza che si sta vivendo e si andrà ad affrontare! 
Mettere a fuoco come la donna sta vivendo la sua condizione, identificare eventuali elementi di rischio e suggerire interventi pratici consente di fare opera globale di prevenzione, favorendo la naturalità del percorso. Lavorare sul corpo significa poi insegnare movimenti in grado di attivare la percezione corporea globale, mobilizzare il bacino, suggerire strategie per fronteggiare piccoli inconvenienti tramite la postura.
 
Una componente importantissima del lavoro corporeo riguarderà il perineo, l’area direttamente interessata dal passaggio del bimbo durante il parto: molto si può fare per prepararlo a questo compito, insegnando esercizi di percezione consapevole, potenziamento muscolare volto anche alla prevenzione dell’incontinenza urinaria pre e  post-parto e addestrando la donna ad esegure il massaggio superficiale e profondo, davvero utile per elasticizzare i tessuti e aumentare le possibilità che resti integro dopo il parto.
Anche insegnare al papà come effetturare massaggi lenitivi e movimenti di supporto alla compagna in travaglio è utile e piacevole per la coppia, consentendo di non escludere l’uomo dal percorso e facendolo sentire partecipe.
 
Per concludere, alcune tecniche di rilassamento e controllo dell’ansia, quali training autogeno, autoipnosi o altre che siano consuetudine per l’ostetrica che gestisce gli incontri, offrono alla donna la possibilità di appropriarsi di strumenti per contenere l'ansia, ridurre la percezione del dolore e permetterle di vivere fino in fondo con partecipazione il parto. Naturalmente non va tralasciato un lavoro di riflessione sulle ansie, le  attese, la scelta del modo e del luogo in cui partorire, attraverso un’informazione completa sulle possibilità e le alternative esistenti.
 
Un percorso di accompagnamento alla nascita dovrebbe avere i seguenti obiettivi (*):
  • rinforzare nelle madri e nelle coppie la fiducia in sè stesse e nelle proprie capacità di affrontare la gravidanza, il parto e la cura del bambino;
  • favorire l’acquisizione di conoscenze e competenze cognitive e sociali che determinino la motivazione e la capacità delle donne e delle coppie di accedere, comprendere e usare le informazioni disponibili;
  • favorire l’acquisizione di conoscenze e competenze utili a rilevare i segnali di allarme o disagio nella madre o nel bambino;
  • imparare a utilizzare con tempestività e appropriatezza le risorse personali, sociali e sanitarie disponibili.
 
Sono comunque dimostrati la riduzione di tagli cesarei e un aumento significativo di allattamenti al seno nelle donne che hanno seguito corsi di accompagnamento alla nascita. In realtà sarebbe appropriato intervenire anche dopo il parto, per fare un bilancio dell’esperienza e impostarne una corretta prosecuzione".
 
Credo però che lavorando con certi criteri sia possibile ottenere molto di più:  una serena conduzione della gravidanza, maggiore autonomia e consapevolezza nell’affrontare il parto e nel gestire i rapporti con il personale sanitario, riduzione di interventi medici e di danni perineali, migliori condizioni del neonato,
aumento delle competenze genitoriali, maggior soddisfazione materna e del resto della famiglia.
 
L’informazione è certo fondamentale per le donne, ma la conoscenza è altra cosa…
                                     “La conoscenza è potere” (Francis Bacon)
 
(*) Per approfondire, un bel documento prodotto in Emilia Romagna:
 
 
Franca Fronte, Ostetrica
 
 
foto tratta dal sito ecstaticbirth.wordpress.com
 

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