Il legame tra madre e figlio è profondo e inizia a partire dalla gravidanza, ma questo si sa già. Quello che forse non tutti sanno è che attraverso la placenta, tramite la quale avviene il passaggio di nutrienti, sostanze di rifiuto e gas, mamma e figlio sono anche in grado di scambiarsi le cellule che possono andare ad albergare in molti organi del corpo e rimanere lì anche per decenni.

La presenza nel corpo di cellule geneticamente diverse da quelle dell'individuo è detta chimerismo, prendendo spunto dalla mitologia greca.
Quando interessa lo scambio tra madre e figlio questo fenomeno è detto microchimerismo (micro perché le cellule interessate sono poche) materno-fetale, perché lo scambio può avvenire nelle due direzioni. Alcuni studi dimostrano che il passaggio di cellule può avvenire anche durante l'allattamento: ma non è tutto.

Oltre allo scambio di cellule tra feto e mamma, può avvenire uno scambio anche tra gemelli in utero e ancora può verificarsi il caso che cellule del fratello maggiore migrate nella mamma possano poi in una gravidanza successiva arrivare al fratello minore. Una donna quindi, in linea teorica, potrebbe "ospitare" nel suo corpo cellule di sua madre e dei suoi figli: in un singolo individuo dunque possono vivere cellule di altre persone (e pluribus unum: da molti uno, per l'appunto).
Non solo, alcuni studi suggeriscono anche che tra le cellule del feto e quelle della nonna possa esistere una qualche competizione...
 
Filosofia a parte, il fenomeno è molto studiato: le cellule fetali sono state ritrovate nel sangue materno e anche in diversi organi, tra cui il cervello.
Non è ancora chiaro che impatto abbiano, ma lo studio ha interessatamente rivelato che queste cellule (trovate nel 60% delle donne indagate) sono meno comuni in quelle con la malattia di Alzheimer, suggerendo che la loro presenza possa essere correlata alla "salute" del cervello. 
Se già può sembrare strana l'idea di ospitare cellule di altri individui nel nostro corpo, la scoperta che queste possano risiedere anche nel cervello è ancora più affascinante, visto che da li originano i nostri pensieri, i nostri sogni e le nostre decisioni!

Che ruolo abbiano le cellule fetali nel corpo materno non è ancora del tutto chiaro, in alcuni casi si parla di benefici per la salute materna e in altri casi invece di complicanze.
Sull'argomento ci sono alcune interessanti ipotesi in piedi.

Una tra queste è che le cellule fetali, ancora non completamente differenziate e quindi in grado di "essere indirizzate verso destini cellulari diversi", possano aiutare eventuali tessuti materni danneggiati. Questo fenomeno è stato osservato su modelli animali ad esempio nel caso di danni cardiaci o epatici materni, o ancora  nel cervello. Le cellule fetali possono anche influenzare il sistema immunitario materno portando a effetti positivi o negativi.

L'effetto positivo si esplica in una qualche supposta capacità delle cellule fetali di proteggere la madre dall'insorgenza del cancro.
Le evidenze in effetti suggeriscono che le pluripare (madri di più figli) sviluppino meno frequentemente cancro al seno rispetto alle donne senza figli. Una delle ipotesi proposte in merito è che le cellule fetali in circolo nel sangue riescano a rendere il sistema immunitario materno più "attento" verso la comparsa di cellule tumorali. Come?

Le cellule fetali sono riconosciute dal sistema immunitario perchè sono simili, ma non identiche (50% del patrimonio genetico infatti è uguale a quello del padre) a tutte le cellule del corpo: in sostanza allenano il sistema immunitario a scorgere con più facilità cellule con alcune differenze genetiche rispetto agli "originali".
E le cellule tumorali sono proprio così, in parte diverse dalle originali per modificazioni (mutazioni) genetiche.
Secondo diversi studi infatti, si ritrovano molte più cellule fetali in donne sane rispetto che in donne con tumori.

In altre circostanze, tuttavia, il sistema immunitario può aggredire le cellule che non riconosce come proprie, scatenando invece patologie autoimmuni, come la gestosi o la sclerosi sistemica.

Un campo molto affascinante dunque, non solo per i risvolti sulla salute ma anche perché rimarca l'importanza del legame tra parenti.

Credits immagine di copertina: wikicommons

Ritratto di Caterina Lucchini

Posted by Caterina Lucchini

Biotecnologa. Appassionata di embriologia e fertilità. Mamma. Viaggiatrice. Scrivo di medicina, farmacologia e scienza, ma non chiamatemi giornalista!