Questa settimana ho partecipato ad una giornata di studio presso l'università degli studi di Verona riguardo a questo argomento. L'aspetto che mi ha incuriosito e mi ha fatto scegliere di partecipare nonostante la distanza è stato proprio questo accostamento, il linguaggio e la motricità.

Ci sono stati molti interventi interessanti, alcuni hanno presentato studi stranieri, ma anche italiani (diciamolo!) che hanno evidenziato numerose somiglianze tra 'ritardi' nella comparsa del linguaggio e 'ritardi' nell'acquisire le tappe psicomotorie. Nella sfera dei disturbi dello sviluppo la definizione di 'ritardo' si ha confrontando un bambino con la media degli altri (sui quali vengono standardizzati i test di valutazione) e se risulta un determinato scarto rispetto ad altri bambini della stessa età cronologica si può dichiarare il 'ritardo' più o meno grave.

Più il disturbo del linguaggio è importante più si avranno segni importanti sul piano motorio, che riguardano per esempio, l'equilibrio, la motricità manuale fine,la sincronizzazione (percezione temporale).

A livello neurologico gli studi di cui ho parlato evidenziano sintomi di leggere disfunzioni cerebrali in entrambi i casi, quindi sia che ci sia un disordine del linguaggio o solo un ritardo psicomotorio.

Emerge inoltre che molto spesso bambini che hanno questo tipo di difficoltà sono anche molto piccoli ,quindi entro i 36 mesi; questo induce ad evitare che venga preso in carico da due professionisti che lavorano con modi e tempi distinti,ma si auspica una collaborazione tra le due figure professionali di riferimento, cioè il logopedista e lo psicomotricista che in questi casi dovrebbero collaborare con protocolli concordati per evitare di esporre il bambino a troppe 'terapie' con figure differenti.

La novità più consistente della giornata è stata la presentazione di uno studio rispetto all'attività cerebrale del bambino dislessico,sembra infatti che alcune aree deputate alla discriminazione dei segni grafici appartenenti al nostro alfabeto,non subiscano le modificazioni che avvengono invece nei bambini a cui non è stata diagnosticata la dislessia. La lettura è un meccanismo che implica una notevole plasticità cerebrale,comporta una vera e propria modificazione delle strutture cerebrali a partire dal sistema visivo che percepisce lo stimolo,lo frammenta e poi lo ricompone, ma non solo..

Interessante il contributo di una insegnante psicomotricista che ha fornito dati su uno screening effettuato in una Scuola Primaria veneta a proposito di indicatori precoci di disturbi specifici quali la dislessia,i fattori di rischio sono ritardi linguistici,ritardi nelle acquisizioni prassiche e grafomotorie. Pensiamo quindi a quanto di motorio c'è nell'apprendimento della lettura!

Ciò che risulta profondamente interessante rispetto agli interventi è che finalmente si comincia a concepire il bambino come unità tra il corpo e mente,non più come individuo nel quale ciò che conta nei primi anni (la motricità) viene poi deposto e abbandonato in favore di un'educazione che lo vede protagonista di uno sviluppo solo di tipo intellettivo,come se il corpo negli anni della Scuola non contasse poi più molto. Dal canto mio tutto ciò non può che sollevarmi, finalmente anche la figura dello psicomotricista potrà venire maggiormente valorizzata ed utilizzata in ambiti che fino ad oggi erano di esclusivo approccio logopedico e potremo proporre ai bambini di lavorare in modo piacevole con metodologie che non li costringano a stare seduti per ore e utilizzando non solo una parte di loro,ma tutto il corpo.

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Ritratto di Silvia Campanella

Posted by Silvia Campanella