Sebbene sia espressamente vietata dalla legge italiana, la conservazione autologa del sangue cordonale sta riscuotendo sempre più successo tra genitori premurosi che vorrebbero prendersi cura sin da subito della “salute a lungo termine” del nascituro.

Il sangue del cordone ombelicale è infatti ricco di particolari cellule, definite staminali emopoietiche, capaci di rigenerare le cellule del sangue e quindi il midollo osseo e perciò utilizzate nella cura di gravi patologie come la leucemia.

Da quando è iniziato il dibattito medico-etico sulla conservazione del sangue cordonale, sono sempre più le coppie che aspettano un figlio che si informano sulla conservazione del sangue cordonale ad uso privato; purtroppo è ancora molta la disinformazione in merito, concomitante alla visione distorta dell’argomento che le penetranti campagne pubblicitarie hanno contribuito a creare e continuano ad  alimentare. Difatti le pubblicità di tante e tante banche private promettono una sorta di "assicurazione biologica" per la vita, facendo spesso leva sulla vulnerabilità dei futuri genitori, desiderosi di offire il meglio al proprio figlio che nasce.

Ma quali sono le verità spesso nascoste?

  • E’ stata dimostrata una reale efficienza delle cellule staminali in un periodo compreso tra 15 e 20 anni: ciò significa che il sangue viene conservato per questo lasso di tempo, dopodiché viene gettato via;
  • Non vi è certezza sulla reale capacità di cura delle cellule staminali in un bambino che probabilmente svilupperà una leucemia: questo perché è stata osservata la presenza di mutazioni nel Dna anche nel sangue cordonale; questo equivale a dire che non potremmo curare un bambino affetto da leucemia con il suo stesso sangue, perché questo sangue è ugualmente "malato"!
  • Ad oggi non esiste alcuna evidenza che le cellule staminali prelevate per conservazione autologa possano davvero essere utili per lo stesso donatore e, in Italia, non si evidenzia alcun caso di cura con il proprio sangue; inoltre le possibilità che un bambino nato sano possa sviluppare una grave malattia sono 1 su 100.000;
  • Da non trascurare la notevole spesa economica per lo stoccaggio del sangue: i costi si aggirano attorno ai 2000-3000 euro, più la retta annuale.
  • Da un punto di vista prettamente pratico, le sacche fornite dalla banche private, rispetto a quelle utilizzate per la donazione solidale, sono molto più piccole e di conseguenza, se potranno contenere meno sangue, meno saranno le cellule effettivamente conservate;
  • La donazione impone, tra l’altro, il taglio precocissimo del cordone; è stato dimostrato che il taglio ritardato del cordone permette di dare al bambino notevoli quantitativi di sangue in più, ricco di ossigeno, ferro, sostanze nutritive di cui il neonato necessita e di cui potrebbe beneficiare  ritardando il taglio del cordone anche solo di pochi minuti;
  • Il Ministero della Salute la scoraggia fermamente, considerandola una scelta inutile ed egoistica: quel sangue che quasi sicuramente non servirà mai al vostro bambino, potrebbe infatti servire a bambini realmente malati, preferendo la donazione solidaristica. Nel caso in cui invece si preferisse il taglio ritardato del cordone, si riserverebbe al bambino una quota di sangue notevole che altrimenti andrebbe perso: sangue prezioso gettato nei rifiuti insieme alla sua placenta.

Ne vale realmente la pena?

Daniela Santoro

 

Riferimenti ed approfondimenti

Il Chakra Dimenticato – Il libro della placenta, Ibu Robin Lim, Macro Edizioni, Uno Editori, 2013

http://www.famigliacristiana.it/famiglia/dossier/la-guerra-del-cordone-ombelicale/la-guerra-dei-cordoni.aspx

http://www.corriere.it/salute/11_ottobre_23/cordone-ombelicale-mamme-private-banche-de-bac_6a71f5be-fd9e-11e0-aa26-262e70cd401e.shtml

Immagine tratta dal sito villabetania.org

Ritratto di Daniela Santoro

Posted by Daniela Santoro