Quando la mamma allatta, non so per quale motivo per tutto ciò che succede a lei o al suo bambino, il capro espiatorio sempre messo sul banco degli imputati è l’allattamento.

Come non dare la colpa delle famigerate coliche al tuo latte, allora?

Le coliche colpiscono secondo alcuni dati circa il 30/40% dei bambini. Definire cosa sono le coliche non è semplice, perché per molti basta che il bambino pianga e automaticamente si parli di colichette. Ma in realtà c’è una definizione molto chiara che è: un pianto senza altri sintomi che dura più di 3 ore al giorno, per più di 3 giorni alla settimana e per più di 3 settimane: (la cosiddetta regola del 3’, coniata negli anni ’50 dal dottor Wessel)

Se quindi il tuo bambino piange ma smette appena lo prendi in braccio non ha le coliche (e non è neanche viziato, le braccia solo il posto dove è normale che stia un neonato umano). Idem se lo attacchi al seno: non sono coliche ma vuole poppare!

Ma che dire allora di quelli che incolpano la digestione?

Non c’è nessuna prova scientifica che le coliche siano dovute a problemi gastrointestinali, o alla fantomatica aria nella pancia. Come mai questo mito è così duro a morire?

Esso nasce dall’osservazione del comportamento del neonato, che quando piange disperato si irrigidisce e/o muove freneticamente le gambine, e se piange così tanto tempo, nel frattempo gli capita di fare pure qualche “puzzetta”.

L’errore è nel definire un rapporto di causa-effetto che non c’è. Infatti anche noi adulti se piangiamo disperati ci agitiamo e contraiamo molti muscoli… il neonato che non ha ancora il controllo di buona parte del suo corpo, non può far altro che agitare le gambe per mostrare il suo malessere.
Siccome poi spesso fa anche aria, con tutta questa agitazione capita pure che ne faccia durante la colica, ed ecco che sono tutti pronti a fare due più due.

Diversi studi effettuati sui bambini, hanno però dimostrato che l’aria della pancia non c’entra proprio niente (sto parlando delle vere coliche, cioè il pianto INSPIEGABILE, e non delle eventuali reazioni allergiche di alcuni bambini – quello è un discorso diverso).

C’entra allora qualcosa il tuo latte?

Ovviamente no. Non è possibile che Madre Natura ci abbia dato un latte – unico alimento per almeno sei mesi per i nostri cuccioli – che gli provochi danni o sia poco digeribile: sarebbe un controsenso biologico. E nessun altro mammifero ha i cuccioli che soffrono di coliche.

Quindi se il tuo bambino ha le coliche, non dipende da:

  • la composizione del tuo latte: non esiste il latte troppo pesante, poco digeribile, troppo grasso, o altre sciocchezze simili (leggi questo altro articolo sull’argomento: http://www.mammeonline.net/content/allattamento-al-seno-andra-mai-bene-questo-benedetto-latte-materno); il tuo latte va sempre bene e non provoca alcun fastidio al tuo piccolo;
     
  • la frequenza delle poppate: potrebbero dirti che il bambino non riesce a digerire perché lo allatti troppo spesso e che allo stomaco va dato il tempo per “riposare”. Bè, prova a pensare se questo è vero per te, che pure hai smesso di crescere ma mangi o bevi o spizzichi quando vuoi… quindi non vedo perché dovrebbe essere diverso per tuo figlio che tra l’altro deve raddoppiare il suo peso in sei mesi!
     
  • la durata delle poppate: circola ora in giro la storia che se il bambino non sta attaccato almeno tot minuti, o al contrario sta attaccato troppi minuti, si verifica uno squilibrio tra primo e secondo latte (in un libro purtroppo molto famoso si parla addirittura di un terzo latte, peccato che ai ricercatori ciò non risulti :P) e questo causerebbe le coliche. È interessante vedere che coesistano entrambe le teorie opposte e già questo per me sarebbe sufficiente per smentirle, ma c’è pure l’evidenza scientifica a farlo;
     
  • il fatto che dopo un certo numero di minuti dal seno finisce il latte e il bambino prenderebbe aria. Questa la trovo la più bella di tutte: infatti il latte si forma dal tuo sangue, che viene preso dai capillari che circondano gli alveoli, cioè le cellule che producono il latte. Come sia possibile che nei tuoi vasi sanguigni ci sia tutta st’aria ancora nessuno è riuscito a spiegarmelo (faccenda pure pericolosa, si chiamano emboli);
     
  • quello che mangi. Questo è un ni, nel senso che secondo alcune ricerche alcuni bambini sensibili da mamme atopiche effettivamente aumentano il pianto se le mamme consumano determinati alimenti, ma qui io non parlerei più di normali coliche ma di reazione di bambini con familiarità allergica.

 

Alcuni dicono che le coliche non esistono. Evidentemente non hanno avuto un figlio con le coliche… io sì, e posso metterci la mano sul fuoco. Il punto è capire bene cosa sono, e non incolpare il povero pancino e l’aria o il latte di mamma, che sono innocenti.

Martina Carabetta, IBCLC

Ritratto di Martina Carabetta

Posted by Martina Carabetta

Martina Carabetta, mamma di due ragazzi ormai ex-adolescenti, ed IBCLC (International Board Certified Lactation Consultant), cioè Consulente Professionale in Allattamento Materno, da quasi 20 anni aiuto le mamme in allattamento a Roma (e non solo!).