Adolescenti

il blog di Natalia Forte

Ritratto di Natalia Forte

In cammino, a piedi nudi: fra terra e cielo, fra realtà e immaginazione, fra presente e sogno, fra necessità e desiderio, fra regole e ideali, fra attualità e realizzazione, fra cervello ed emozioni... Dove stanno questi ragazzi quando parliamo con loro? Dove stanno con la testa? Sicuramente lontani dai piedi, sicuramente altrove, laddove noi non possiamo arrivare, dove loro non ci vogliono portare.

Perché il loro mondo può essere solo ciò che stanno respirando in questo momento. E nessun altro lo deve capire... altrimenti non sarebbe più il loro mondo.

Nel mio blog scriverò di adolescenti alla luce di questa immagine e del mio lavoro di Educatrice: evitando definizioni, luoghi comuni, giudizi. Più da appassionata che da professionista. Proporrò spunti e chiavi di lettura che siano utili (spero) ad una convivenza pacifica. 

Un libro da divorare in un boccone per poi rileggerlo e gustarlo parola per parola. Non mi sento all'altezza di consigliare o addirittura provare a "recensire" un libro. Ma allo stesso tempo non riesco a trattenere il desiderio di suggerire ad ogni mamma, ad ogni papà e anche ai ragazzi stessi (over 14), la lettura di questo gioiellino.

A questo punto si, è ora di chiarire quali "Armi e Bagagli" possono prepararci o quanto meno abilitarci ad affrontarlo questo trasloco. E come promesso continuo il discorso cercando una risposta alla domanda iniziale del post precedente: perché riconosciamo proprio in quello spazio temporale la nostra adolescenza?

Un trasloco. Io credo che l'adolescenza sia un vero e proprio trasloco. Per questo non ci ritroviamo. Non ci ritroviamo noi genitori, non si ritrovano loro, i nostri figli. Proviamo a pensare alla nostra adolescenza: affiorano alla memoria episodi ancora vivi, belli o brutti, e che siamo in grado di collocare in un arco di tempo ben preciso. 

Ciao mamma innamorata, è bello leggere di te e della tua perla preziosa. C'è davvero da invidiarti per aver saputo essere così vicina a tua figlia. E leggendoti mi sono detta "Mammamia! e io, come farò?"

"[...] come sai io sono ancora malata d'amore e ho paura perché non riesco a fare miglioramenti come credevo. Temo che nn riuscirò MAI a superare questa cosa, e se ci fosse una medicina la prenderei [...]"

E una donna che aveva al petto un bambino disse: Parlaci dei Figli. (Inviato da GAIV, tratto da Il Profeta, di Kalil Gibran)