Le cicatrici, anche vecchie, derivanti da traumi o interventi chirurgici, come il parto cesareo, hanno una grande importanza per il nostro equilibrio fisico, emozionale ed energetico.

La pelle è un organo meraviglioso con funzioni diverse:

- Protezione meccanica;
- Protezione immunologica;
- Sensoriale
- Escretrice;
- Nutritizia;
- Termoregolativa (evaporazione del sudore);
- Riconoscimento individuale (ferormoni di allarme e di attrazione sessuale);
- Ormonale (Vitamina D).

E’ un organo a tutti gli effetti ed è tra quelli più ampi, con i suoi 1,8 mt quadrati di superficie. La pelle permette un continuo scambio di informazioni sia tattili che di luce che di liquidi ed è un errore pensare alla cute come a un qualcosa di immutabile perché, al contrario, è in continuo cambiamento e partecipa direttamente all’omeostasi del corpo umano.

Quando si verifica una ferita (qualsiasi causa l’abbia provocata, traumatica o da intervento chirurgico), assistiamo a 4 fenomeni che si alternano in modo perfetto:

- Emostasi, che prevede la fase di emorragia e coagulazione del sangue;
- Infiammazione, che può durare settimane e che vede i neutrofili attivi nella pulizia della ferita dal materiale estrano;
- Proliferazione, che prevede la produzione di collagene e quindi nuovo tessuto; Rimodellamento, che consiste nella riparazione del manto cutaneo con formazione di una cicatrice.

Per comprendere quanto una cicatrice anche “vecchia” possa avere una grande importanza per noi e il nostro generale equilibrio è importante spendere due parole sul concetto di “fascia”. Due parole sono poche in realtà, perché la fascia è un altro grande mondo, meraviglioso e perfetto come tutto quello che riguarda il corpo umano e, una delle cose che lo rende affascinante è il suo essere collegato con TUTTO.

La troviamo sotto il derma e la possiamo immaginare come un grande lenzuolo di tessuto connettivo che ricopre tutti i differenti compartimenti del nostro corpo.

“SE DA QUALCHE PARTE DI TALE SISTEMA FASCIALE SI VERIFICA UN COMPORTAMENTO PSICOLOGICO ALTERATO, TUTTO CIO' CHE E' COPERTO DA TALE CONNESSIONE SARA’ AUTOMATICAMENTE ALTERATO.”

L’ALTERAZIONE/SINTOMO SI MANIFESTERÀ NEL LUOGO DOVE È SORTA L’ALTERAZIONE, OPPURE IN UN DISTRETTO DISTANTE MA MENO CAPACE D ADATTARSI AL NUOVO STRESSOR. [Cicatrici. Un sistema da trattare. Boldono-Zainer – Edi Ermes, Aprile2015]

Proprio così, tutto è collegato dalla Fascia e un’alterazione della fascia in un punto può provocare un sintomo non solo nel punto stesso ma, anche a distanza e non parliamo di “distanza” riferendoci solamente a un altra parte del corpo posta più in là ma anche, a una distanza temporale rispetto al momento dell’insorgenza del trauma.

La fascia ha diverse funzioni:

- Controlla la tensione muscolare, dissipandone il tono prodotto e inviando informazioni e movimento a tutti i distretti corporei contemporaneamente; Se lo smistamento di tali forze dovesse incontrare dei freni (cicatrice), l’equilibrio posturale e viscerale andrebbe incontro a disfunzione;
- Facilita il lavoro dei muscoli; i muscoli non potrebbero esercitare la loro funzione se non esistesse la fascia;
- È sede di numerosi nocicettori;
- Portatrice di importanti informazioni: metaboliche, tensionali, viscerali, dolorifiche, propriocettive;
- Agisce come unica entità, interagendo e compenetrando le seguenti differenti strutture: ossa, muscoli, nervi sangue, linfa e visceri;

 

Dopo il breve ma intenso viaggio nel mondo della fascia, si potrebbe raccontare ancora moltissimo riguardo il tessuto fasciale. Mi piacerebbe, in questo articolo, portare l’attenzione sull’impatto che ha una cicatrice da taglio cesareo sull’allattamento e sulla ripresa psicofisica della mamma.

E’ interessate sapere che una cicatrice (ne esistono di diversi tipi: cheloide, cicatrice ipertrofica, smagliature bianche, smagliature rosse), lasciano una impronta fisica, emozionale ed energetica.

Da un punto di vista fisico/meccanico ogni aderenza cicatriziale limita in qualche modo il movimento dei tessuti dei visceri e delle articolazioni.
Da un punto di vista emozionale, una cicatrice testimonia un evento e ne conserva la memoria; infine, dal punto di vista energetico rappresenta una specie di via di assorbimento privilegiato.

Prendersi cura delle cicatrici vuol dire prendersi cura contemporaneamente di tutto questo: corpo fisico, corpo emozionale, corpo energetico.
Il fine del trattamento osteopatico non è quello di far sparire la cicatrice ma quello di renderla più leggera, meno reattiva.

 

Cicatrici e postura

Durante un taglio cesareo vengono incisi la cute e il sotto cute vascolarizzato fino al derma. Si raggiunge la fascia muscolare che viene tagliata e allargata (adesso si cerca di non tagliare lo strato muscolare ma di “separarlo”) e si incide l’utero per far nascere il neonato.

Tutti questi strati poi, vengono suturati. La cicatrice che vediamo esternamente è solo una parte del tessuto cicatriziale che si trova anche nei tessuti sottostanti.

Possono nascere delle aderenze. Una aderenza consiste nella formazione di tessuto fibroso fra tessuti, organi o articolazioni a seguito di un trauma o a un intervento chirurgico.

Ogni aderenza può creare delle tensioni e trazioni fasciali che possono provocare delle interferenze con le catene muscolari che col tempo si ripercuote a livello generale (postura). 

Il comportamento di una cicatrice è differente da quello del tessuto circostante. 

Una cicatrice non fisiologica e in tensione può entrare in una condizione di irritazione cronica o di perdita di sensibilità. Può accadere che i recettori della cute cicatriziale inviino costantemente dei segnali al Sistema Nervoso al fine di ottenere un aggiustamento posturale per evitare la tensione/trazione tissutale esistente, e quindi assicurarsi una detenzione della cute in quel punto.

 A causa delle aderenze possono nascere dolori a distanza (lombalgia, cefalea, ad esempio); a livello psicologico, invece, possiamo aspettarci stati di ansia, depressione, stress generalizzato.

 

Cicatrice da taglio cesareo: cosa accade al corpo?

Come già tanto decantato l’apparato tegumentario (pelle), è il più grande organo del corpo, è il primo a svilupparsi nel feto ed, infine, importantissimo è il contatto pelle-pelle tra madre e feto. 

La pelle ha la stessa origine embriologica del:

- Sistema nervoso;
- Ipofisi: cambiamenti ormonali, specie l’ossitocina , l’ormone dell’amore e della relazione;
- Ghiandola mammaria: allattamento;
- Surrenali: adrenalina e cortisolo.

 

Quando la pelle è toccata, tutta la “famiglia” embrionale è toccata.

Con il taglio cesareo si arriva all’interruzione di un processo fisiologico qual è il parto. Il parto rappresenta l’incontro con il nuovo essere, tanto atteso e immaginato e di conseguenza dovrebbe essere una grande festa, dovuta anche alla fisiologica ipersecrezione di ossitocina.

Ma… qualsiasi taglio è una aggressione verso i tessuti e porta a una diminuzione dell’ossitocina con eventuale alterazioni relazionali e difficoltà nell’allattamento.
Inoltre, non bisogna dimenticare la secrezione di cortisolo, necessaria al processo di cicatrizzazione, ma allo stesso tempo mantiene uno stato di stress permanente. Non proprio in linea con il momento che si sta vivendo. 

La memoria del parto si fissa nei tessuti cicatriziali. Ogni donna lo vive in modo del tutto differente e personale perché differente è il vissuto che si portano dietro. Alcune donne restano bloccate nel passato; non si sentono più le stesse.

Uno dei segni di questa memoria è rappresentata dalla sensibilità della pelle; a volte le cicatrici diventano insensibili, come se fossero morte. Viene a mancare il collegamento tra il cervello e quella parte del corpo. La memoria ne resta nascosta.
Il tempo da solo non aggiusta sempre tutto e non rappresenta un fattore di miglioramento per la cicatrice.

Il taglio cesareo è utile in molti casi e necessario in altri.
Quindi non va assolutamente demonizzato. Il consiglio è quello di prendersi cura della cicatrice e di vivere questa esperienza con tutto l’amore possibile.

Ritratto di Claudia Cecere

Posted by Claudia Cecere

Dopo la Maturità Scientifica, conseguita nel 1999, ho proseguito i miei studi iscrivendomi alla Facoltà Di Scienze Motorie di Cassino, esperienza terminatasi nel 2004.
Nel 2006/2007 venivo ammessa al C.I.O. Collegio Italiano Osteopati, e iniziavo un percorso bellissimo della durata di 6 anni.
Sono mamma di una meravigliosa bimba di nome Nicole di quasi 3 anni. Durante il periodo della gravidanza ho seguito un post-graduate presso il SOMA di Milano in Osteopatia Pediatrica con l’Osteopata Nicette Sergueef.
Attualmente lavoro come osteopata presso il mio studio a Casalecchio di Reno, Bologna.
Contatti: 
cla.cecere@gmail.com