Osservando la natura ci si può accorgere dell’alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni, della vita e della morte. Tutto scorre armoniosamente.
In natura non esistono processi con un inizio e una fine; ad ogni fine corrisponde un nuovo inizio. Senza inspirare non potremmo neppure espirare.
Questa alternanza fra poli opposti è espressione di VITALITA’.
L’Andamento ciclico dell’Universo lo ritroviamo anche nel nostro corpo: la pelle, ad esempio si rinnova ogni quattro settimane; la singola cellula epiteliale, infatti, vive per soli ventotto giorni (arco di tempo corrispondente al mese lunare), dopodichè si squama.
Se la periodicità del rinnovamento viene alterata, come nel caso della psoriasi, in medicina si parla di un disturbo del ritmo che si manifesta sulla cute.
La psoriasi, quindi, dovrebbe essere curata intervenendo sul sistema endocrino e non a livello dermatologico.
L’idea che gli organi seguano degli orari ha origine nella Medicina Tradizionale Cinese (MTC), un metodo di cura millenario basato sul sistema olistico e sul sistema ritmico dell’Universo. Per la MTC, l’uomo è strettamente legato ai principi cosmici e alle leggi della Terra, e la salute è una combinazione di fattori materiali e psicospirituali.
“Chi formula una diagnosi senza considerare l’ambiente in cui vive il malato e la posizione degli astri non può considerarsi medico.” Paracelso
Ognuno di noi ha un ritmo biologico naturale che si sintonizza con la luce del Sole. Oltre al grande orologio biologico, esistono anche singoli “orologi” periferici.
Se non viviamo assecondando il ritmo del Sole (al giorno d’oggi non lo fa quasi nessuno), le conseguenze possono essere fatali. Può accadere che il “grande orologio biologico”, nella sua funzione di sincronizzatore, non si trovi più a coincidere con gli orologi e i ritmi dei singoli organi e delle varie parti del corpo.
Quando in un'orchestra ognuno suona quello che gli pare, si genera una cacofonia.
Ed è un po’ questo il suono che si produce nel corpo se non ci troviamo in uno stato di armonia a livello biologico.
La perdita di sincronizzazione è un’esperienza che si fa per esempio, dopo viaggi aerei in cui si superano uno o più fusi orari. I sintomi tipici sono: stordimento, stanchezza diurna, disturbi allo stomaco, problemi di sonno notturni. Dopo qualche giorno il ritmo del corpo si adatta alla nuova condizione e questa capacità di adattamento dipende dal singolo sistema corporeo: i giovani riescono ad abituarsi prima degli anziani.
Anche chi lavora su turni a rotazione deve adattarsi di continuo a ritmi nuovi, e questi cambiamenti comportano notevoli rischi per la salute.
Negli ultimi trent’anni, all’Università di Harvard sono state prese in esame alimentazione, attività fisica e salute di 120000 infermiere: quelle che avevano lavorato sempre di notte presentavano un rischio di ammalarsi i tumore al seno o all’intestino superiore del 60% rispetto alle colleghe impiegate su turni giornalieri.
Anche se a volte possa sembrare impossibile, sarebbe davvero utile seguire e rispettare le leggi e i ritmi universali di cui in fondo facciamo parte; comporterebbe lo stare meglio in salute, non solo sul piano fisico ma anche psicospirituale. Questo, è già un ottimo motivo per vivere in sintonia con il ritmo del Sole.
Nell’arco di una giornata, ogni organo raggiunge un picco di massima attività e una corrispondente fare di riposo.
Tutti pensiamo che la nostra giornata inizi, nel momento in cui ci alziamo: alle 5 del mattino per qualcuno, alle 3 del pomeriggio per altri.
A prescindere da ciò che facciamo, per gli organi la giornata comincia alle 3 di notte, sempre.
La sveglia suona alle 7?
Bene, i polmoni hanno già concluso la fase di massima attività, mentre l’intestino crasso è ancora al lavoro.
Nelle prime ore del mattino la purificazione del corpo ha la priorità assoluta e solo dopo, a partire dalle 7, arriva il momento della colazione.
Cominciare la giornata bevendo un bicchiere di acqua calda è un ottimo modo per contribuire alle operazioni di pulizia.
La malattia non dovrebbe essere vista come una disgrazia ma come un segnale che il corpo ci manda per invitarci alla conoscenza e al cambiamento.
Bibliografia: