Durante le emergenze ancora più importante dare il seno ai bambini! Che allattare sia fondamentale sia per la mamma che per il bebè, ormai lo sappiamo tutti… 

purtroppo nella pratica sappiamo anche (e molte mamme ci si sono scontrate personalmente) che, quando ci sono difficoltà, è molto facile che venga proposto alla mamma di lasciar perdere e passare all’alimentazione artificiale.
Cosa succede quindi quando c’è un’emergenza? È altrettanto importante allattare e perché?

Ovviamente i benefici dell’allattamento sono gli stessi sia che siate felicemente sdraiate su una spiaggia , che siate a casa vostra sul divano, o che siate ai giardinetti.
Ma quando c’è un’emergenza come quella che stanno drammaticamente vivendo le mamme in Emilia dal 20 maggio, poter allattare è ancora più importante.
Il bambino allattato al seno è quasi sempre vicino alla sua mamma, e probabilmente dorme accanto a lei: un vantaggio che, nel momento di un evento catastrofico, non ha prezzo.
 
Se una mamma allatta, non deve preoccuparsi di cosa dar da mangiare al più piccolo di casa: il latte materno è sempre pronto, disponibile, pulito e non contaminabile, alla temperatura giusta.
Anche se è scappata di casa con i soli vestiti addosso, i pasti per il suo bambino sono garantiti!
In una situazione dove l’igiene non è la stessa della propria casa, l’acqua pulita spesso scarseggia, si può potenzialmente entrare in contatto con germi e batteri, e la pulizia è difficile, un bimbo allattato è protetto grazie agli anticorpi contenuti nel latte.
La mamma non deve reperire acqua pulita per igienizzare biberon e tettarelle e per diluire la formula, che non contiene fattori protettivi e quindi potenzialmente espone il bimbo a maggior rischio di ammalarsi, necessitare di cure mediche che possono essere difficili da reperire, e medicinali che scarseggiano.
 
Non è vero che con lo stress o lo spavento il latte vada via o “diventi cattivo”. Quando è avvenuto il terremoto in Abruzzo, abbiamo sentito molte puerpere che raccontavano di essere  state dissuase dall’allattare addirittura prima della montata lattea! Questi miti purtroppo fanno danni gravissimi! Dato che sono storie molto comuni, è evidente che devono essere nate per qualche motivo, per cui facciamo chiarezza.
 
Quando i bambini poppano al seno, il latte viene fuori grazie al cosiddetto riflesso ossitocinico, cioè un riflesso scatenato dall’ormone ossitocina. L’ossitocina fa contrarre delle cellule muscolari che si trovano nel seno tutt’intorno agli alveoli (dove il latte viene prodotto) e quindi il latte viene “spremuto” verso l’esterno. L’ossitocina viene definita anche l’ormone timido: cioè, funziona al meglio se si è a proprio agio, in un ambiente amichevole e sicuro, mentre in situazioni di stress, allarme o dolore, essa “si va a nascondere”.
La Natura ha previsto questo meccanismo evidentemente per qualche sua buona ragione, e l’esempio del terremoto è estremamente calzante!
 
Infatti se arriva una scossa e sto allattando, non è certo il momento per finire la poppata: devo smettere immediatamente e scappare a gambe levate! In quel momento quindi passo a un altro stato dell’organismo, quello cosiddetto “combatti e fuggi”, e attivo un diverso riflesso ormonale, grazie al massiccio arrivo di adrenalina, che serve a far andare molto sangue ai muscoli, e farmi correre più veloce e potenziare al massimo la mia velocità di reazione.
Poi, quando l’emergenza è finita, posso rimettermi ad allattare, e il latte scende di nuovo come prima.
Si tratta pertanto di una reazione transitoria e totalmente reversibile, attivata dalla necessità del momento.
Tutte le mamme che allattano conoscono questo meccanismo e hanno sperimentato situazioni in cui il latte “non cala” – o sembra non calare - per via di qualche situazione spiacevole. Ma hanno anche constatato come attaccare il bambino al seno sia di per sé un “antidoto” allo stress, cioè allattare rilassa anche la mamma e a volte accade di iniziare una poppata agitate o arrabbiate, e di terminarla in uno stato d’animo rilassato.
In una situazione di stress continuato (come può essere in questi giorni di scosse continue), se il bambino riprende a poppare, non c’è stress che tenga! Ricordate infatti che la Natura ha previsto che l’allattamento sia un processo molto efficiente, altrimenti non saremmo certo sopravvissuti alle orde barbariche, alle guerre, alle carestie o alle pestilenze che duravano settimane, e via dicendo!
Le donne hanno sempre allattato nonostante spaventi, preoccupazioni continue, e stress cronici. 
 
Quello che fa il successo è sempre la suzione del bambino, che può essere incoraggiato a poppare anche quando il riflesso ossitocinico è inibito, per esempio usando vari modi per rilassarci, o allattando passeggiando o dondolando, alternando spesso i seni, allattando quando è mezzo addormentato (noi Consulenti in Allattamento conosciamo mille trucchi al bisogno, che adattiamo caso per caso a seconda della situazione, del bambino e delle necessità).
Anche la convinzione che il latte possa “guastarsi” a causa di uno spavento non ha alcun fondamento: la composizione del latte resta costante anche nelle situazioni più difficili, e non si altera a causa degli stati d’animo della mamma!
 
Un’altra preoccupazione durante le emergenze è che la mamma non si sta alimentando bene e quindi ci si preoccupa della “sostanza” del latte. Tranquille, non è un problema che ci riguarda. Solo situazioni di grave malnutrizione protratta nel tempo danno problemi alla composizione del latte (cose che per fortuna in Italia vediamo molto raramente).
 
La Natura come sempre, ha previsto anche questa situazione, e non dimentichiamoci che noi Occidentali oggi godiamo di un benessere che l’essere umano non ha mai avuto nella sua lunga storia ultramilionaria.
Se anche per qualche settimana la mamma che allatta non riesce a mangiare come prima perché è in un campo della Protezione Civile, il suo latte sarà ultraperfetto.  Anzi proprio questa garanzia è uno dei benefici dell’allattare durante un’emergenza!
 
Inoltre è stato dimostrato che è molto più semplice ed economico curare meglio l’alimentazione della mamma, per esempio fornendole un po’ di frutta o verdura fresche, cibi di tipo diverso, ecc., che non dare integratori o cibi speciali per l’infanzia al lattante, che poi vanno preparati, scaldati, diluiti con acqua pulita che può essere difficile da reperire o chiedere un lavoro ed organizzazione che, se la mamma dorme in auto possono non essere possibili o facili come quando si è in casa propria.
 
Spesso le istituzioni o gli enti che si occupano degli aiuti alle popolazioni in emergenza non conoscono questi aspetti e non si rendono conto che offrire latte artificiale o scoraggiare le mamme ad allattare, perché sono già “abbastanza stressate”, provoca danni gravissimi in primis proprio alle mamme stesse e ai loro figli, ma anche a livello organizzativo e economico per la macchina degli aiuti.
Infatti immaginate cosa significa dover portare, oltre a tutto quello che già serve, anche acqua pulita e polvere per preparare la formula, dover trovare il modo per portare la corrente elettrica o sterilizzare i contenitori e biberon per la somministrazione, e così via. Una donna che allatta non necessita di niente di tutto questo e i soccorsi possono piuttosto preoccuparsi di tutto il resto.
 
Consideriamo poi che sostenere la mamma che allatta significa sostenere un’autonomia nutrizionale non solo nel momento dell’emergenza, ma anche nei mesi che seguono. Non impedire, o addirittura indurre, un’interruzione precoce dell’allattamento significa creare una dipendenza dalla formula artificiale che purtroppo resterà anche dopo che l’emergenza è finita, gli aiuti gratuiti non arrivano più, ma quella famiglia dovrà, spesso in condizioni di difficoltà economica causata dall’evento catastrofico, trovare anche i soldi per continuare a comprare la formula artificiale!
 
Esistono protocolli anche internazionali dove sono chiarite tutte le motivazioni di salute pubblica, economiche ed organizzative/tecniche, per promuovere l’allattamento anche e soprattutto nelle emergenze, nei quali è chiaramente indicato come e perché l’aiuto va orientato verso il sostegno alle mamme che allattano e non l’invio di sostituti del latte materno.
Per questi motivi le Istituzioni dovrebbero mandare subito del personale formato e preparato per aiutare e sostenere sia praticamente che emotivamente le mamme che allattano, piuttosto che regalare camion di prodotti per l’infanzia e scoraggiare le mamme ad allattare! 
 
 
Martina Carabetta, IBCLC
Ambulatorio per l’Allattamento e sostegno alla genitorialità Latte & Coccole – Roma
 
 

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